Le emozioni queste sconosciute! Viviamo la nostra esistenza intrisa di emozioni: gioia, rabbia, dolore, paura disprezzo ecc., ma quanto spesso siamo in grado di riconoscerle in noi stessi o negli altri?
Viviamo il paradosso di un’esistenza talmente veloce che sviluppa emozioni che nascondiamo o che non abbiamo nemmeno il tempo di riconoscere, ma d’altro canto è tutto un gran parlare di loro: canzoni, libri, riviste e social ci tempestano di un mercato di facile consumo fatto di emozioni facili e in vendita.
La realtà è che ognuno di noi, nella sua giornata, vive principalmente delle proprie emozioni e di quelle di chi ci circonda. Rifacendoci a Daniel Goleman diventa, dunque, sempre più fondamentale acquisire degli strumenti di intelligenza emotiva.
Dobbiamo interrogarci sulle nostre emozioni e su quelle delle persone che riempiono la nostra vita. Dobbiamo educarci all’emotività, che non vuole dire debolezza, ma ascolto di sé e piena consapevolezza.
Così ho pensato, da Coach, di ripercorrere con voi le emozioni principali per chiarirle, interrogarvi e fornirvi qualche strumento, spero utile.
Inizio con la più controversa e primitiva la Rabbia, che con la gioia e il dolore è tra le emozioni più precoci.
Ci si riferisce alla rabbia con tante espressioni: collera, furore, ira, irritazione, fastidio ecc.
La rabbia sembra aver origine nel momento in cui qualcuno o qualcosa ci impedisce la realizzazione di un nostro bisogno, soprattutto se si ravvisa l’intenzionalità di ostacolare la nostra soddisfazione. Tale emozione, in natura, scatena l’istinto all’attacco verso l’oggetto frustrante. Negli uomini si assiste però non solo ad un’inibizione dell’aggressione, ma addirittura ad un soffocamento della stessa emozione. Può accadere così che la rabbia venga ridiretta su altri oggetti o soggetti o addirittura verso sé stessi con forme di autolesionismo.
Il corpo manifesta la rabbia con tipiche espressioni facciali: aggrottare la fronte, scoprire e digrignare i denti. Si ha una accelerazione del battito cardiaco, un aumento della pressione arteriosa e dell’irrorazione dei vasi sanguigni periferici, un aumento della sudorazione e della tensione muscolare. Quindi, anche se non avviene l’attacco, il nostro corpo ci fa capire chiaramente che siamo arrabbiati e la repressione non sempre è una soluzione. Dal testo di Daniel Goleman apprendiamo, attraverso gli studi di Zillman, che esistono 2 modi per calmare la rabbia:
- mettere in discussione i pensieri che alimentano in noi la rabbia. Questo metodo funziona, però, solo se il livello di collera è moderato. Ovvero se siamo ancora in grado di ragionare lucidamente ed interrogarci sul perché degli accadimenti e di dargli altre letture.
- Raffreddarsi fisiologicamente, aspettando che l’ondata d’ira si plachi, ovvero prendersi tempo, allontanarsi dalla fonte di rabbia e spostarsi in un contesto sereno dove non si corra il rischio di ulteriori attacchi d’ira.
La cosa fondamentale è saper riconoscere che siamo arrabbiati, non rifiutarlo. Il primo passo è, come sempre, dunque, l’autoconsapevolezza.
Come posso fare per capire se l’emozione che sto provando è rabbia e, soprattutto, come posso gestirla?
Prova a imparare a gestirla e riconoscerla con la guida gratuita: “I 15 steps per la gestione della rabbia”, che potrai scaricare dal sito semplicemente lasciando la tua email nel box a fianco e autorizzandoci, così anche, all’invio della nostra newsletter periodica.
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