RICONOSCI LE EMOZIONI: LA PREOCCUPAZIONE!

Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta delle emozioni, perché, rifacendoci sempre a Daniel Goleman, oggigiorno è fondamentale acquisire strumenti di intelligenza emotiva.

Affrontiamo, allora, la preoccupazione: “Pensiero che occupa la mente determinando uno stato di inquietudine, di apprensione, ansia, incertezza, timore e sim.” (definizione tratta dal vocabolario Treccani).

Sin dalla definizione appare evidente che la preoccupazione svolge, entro certi limiti, un ruolo positivo. Infatti, ci spinge a riflettere su un determinato problema e ci rende vigili nei suoi confronti. Tale meccanismo è stato alla base della sopravvivenza stessa del genere umano. La funzione della preoccupazione come reazione a un problema è quella di portarci, infatti, ad escogitare soluzioni positive nelle situazioni pericolose della vita, anticipandole prima che si manifestino.

Il problema, dunque, sorge quando la preoccupazione diventa cronica e ripetitiva. Ovvero le preoccupazioni sorgono dal nulla, sono incontrollabili, ci spingono a non riflettere e a non vedere soluzioni positive, ma solo problemi. Tali situazioni possono spingerci in veri e propri “sequestri emozionali” ossia nei disturbi di ansia, fobia, ossessione, compulsione e attacchi di panico. Il comune denominatore, di tutti questi disturbi, è che la preoccupazione è sfuggita ad ogni controllo. È come se ci trovassimo in un racconto di cui siamo protagonisti fatto solo di preoccupazioni coronate in eventi catastrofici o tragedie.

Riassumendo, la preoccupazione ha una funzione positiva nella misura in cui ci spinge ad identificare potenziali pericoli o minacce e ci fa riflettere su come affrontarli, ma non sempre la preoccupazione svolge così bene la sua funzione. Così capita che, invece, di trovare soluzioni alle potenziali minacce ci si limiti a rimuginarci sopra. Il risultato è che si resta invischiati nella paura associata alla potenziale minaccia senza più riuscire a liberarsene. Inoltre, capita il più delle volte di preoccuparsi di cose che, poi nella realtà dei fatti, non si verificano. Quest’ultimo dato di fatto alimenta l’abitudine a preoccuparsi. Insomma, per la mente è come se preoccuparsi sempre funga da amuleto allontanando il pericolo oggetto della preoccupazione stessa.

Il rischio principale legato alla preoccupazione cronica sta nella costruzione / assunzione di stereotipi rigidi e non, piuttosto, di idee creative che possano spingere verso la soluzione positiva, laddove la temuta minaccia si manifesti. Insomma, si resta immobili di fronte al verificarsi concreto della minaccia.

Dal testo di Goleman: “Intelligenza Emotiva” apprendiamo che Borkovec scoprì alcune semplici misure in grado di aiutare a controllare l’inclinazione alla preoccupazione. Esse sono:

  1. L’autoconsapevolezza, ovvero, riconoscere quanto prima gli episodi fonte di preoccupazione. Il segreto sta nell’individuare quali situazioni o episodi causano preoccupazione e come questa si manifesta e poi apprendere semplici tecniche di rilassamento, su cui allenarsi quotidianamente, da mettere in atto nel momento in cui la preoccupazione si manifesta. Le tecniche di rilassamento da sole non sono sufficienti è necessario imparare a mettere in discussione i pensieri che generano la preoccupazione.
  2. Quindi, occorre sviluppare un atteggiamento critico verso gli assunti alla base delle preoccupazioni. Ponetevi domande come: “quanto è probabile che la mia paura si verifichi? Posso evitare che la minaccia si verifichi? È davvero utile passare il tempo a rimuginare sulla potenziale minaccia o posso già iniziare a pensare a delle possibili soluzioni?”

“Quando si permette che un pensiero molesto si ripeta all’infinito senza metterlo in discussione, a poco a poco il suo potere persuasivo aumenta; quando invece lo si mette in discussione, contemplando tutta una gamma di punti di vista ugualmente plausibili, ci si vieta di considerarlo vero e di accettarlo ingenuamente.” (tratto da L’Intelligenza Emotiva di D. Goleman, pag. 121)

Se pensi di volerti allenare a controllare le tue preoccupazioni, porti in ascolto di te stesso e iniziare a metterti in discussione per crescere e migliorarti, allora, un percorso di Life Coaching è la tua strada.

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